India – dicembre 2014 – gennaio 2015
Non è stata la prima volta: ero già stata nell’ashram di Rikhia e in quello di Munger e ogni volta mi sono trovata in una situazione diversa. Quest’anno ho sperimentato una sensazione di leggerezza, energia e gioia profonda, apparentemente senza motivo. Certo, mi trovavo in una situazione di vacanza, lontana dai doveri quotidiani, ma anche poco agevole per molti aspetti: clima freddo, umido, ambienti non riscaldati, convivenza a volte pesante… eppure il ricordo che mi sono portata dietro è quello di uno “stato di grazia”.
Vita di ashram
La vita di ashram prevede sveglie all’alba, ma anche andare a letto molto presto, per cui non mi è certo mancato il sonno, così come il cibo sempre molto saporito e gustoso, seppur strettamente vegetariano. La giornata veniva scandita da momenti di seva nelle cucine o in giardino, dai pasti, dalle pratiche di mantra e kirtan, e negli ultimi dieci giorni dal corso di Kriya Yoga. Certamente l’equilibrio e il benessere fisico e mentale sono stati favoriti dall’insieme di queste circostanze, così come dalla disintossicazione da caffè, alcol, computer, telefono, televisione ecc…
Il gruppo
Fin dalla partenza è stato bello trovarsi in mezzo alle altre persone del gruppo italiano, molto diverse, ognuna con il suo carattere e la sua storia, ma accomunate dalla buona disposizione d’animo e dal comune interesse per lo yoga. La disponibilità con cui tutti hanno deciso di partecipare ai canti natalizi è stata per me una sorpresa e cantare tutti insieme “Adeste fideles” nell’ashram di Rikhiapeet, una bellissima esperienza.
Il Guru
La permanenza a Munger è stata forse il periodo più lungo che ho passato presso la Bihar School of Yoga, da quando nel 2000 ho ricevuto il Mantra personale da Swami Niranjanananda. Da allora l’ho poi incrociato più che altro da lontano, o comunque trovandomi sempre in mezzo a tantissime persone – tutte più alte e robuste di me – che cercavano di avvicinarlo. Mi ero convinta che, date tutte queste difficoltà, avrei dovuto accontentarmi di un rapporto a distanza… e invece quest’anno ho avuto la fortuna di trovarmi più volte a stretto contatto con quello che considero il mio Guru, a sua volta maestro dei miei maestri.
Forse più che altro è stata questa vicinanza il motivo dello “stato di grazia”…