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Conferenze di Swami Niranjanananda Saraswati
Yoga per l’Integrazione di Corpo, Mente e Spirito
Torino, Ottobre 1994

Yoga per l’Integrazione di Corpo, Mente e Spirito
Torino, Ottobre 1994
Ogni aspirante dovrebbe comprendere come applicare la realizzazione.
Solo quando questo accade possiamo dire “Sì, ho completato il mio viaggio nella vita e ho raggiunto il compimento.”
Vi porto i saluti da un’antica tradizione spirituale alla quale appartengo, ed anche dalla terra chiamata Bharat che in italiano è l’India. Bharat significa “una terra che è immersa nella luce” e dicendo questo nome non intendo l’attuale Nazione Indiana ma l’antica spiritualità che si è evoluta in quella parte del mondo. Se osserviamo la storia della civiltà umana, troviamo che in essa vi sono state due distinte mentalità. Una mentalità si è evoluta esteriormente ed ha cercato di modificare la natura per soddisfare le necessità esteriori; questa civiltà che si è evoluta esternamente è conosciuta come la civiltà scientifica o la civiltà occidentale. Vi è stata un’altra civiltà che non ha guardato fuori ma ha guardato dentro e ha cercato di comprendere la natura della personalità umana, la vita e le relazioni umane e questa scoperta della natura umana è riflessa nelle civiltà orientali e oggi, in questa epoca attuale, sembra che vi sia la necessità che queste due mentalità si uniscano. Questo può essere descritto in modo chiaro, con un esempio, perché la vita esteriore non è definitiva e la vita interiore non è la meta finale, deve esserci un’integrazione di queste due aree della vita per poter avere una totale soddisfazione.
Vi racconto la storia di una famiglia nella quale vivevano solo madre e figlio. La madre aveva un grande ed intenso amore per le piante e in casa sua ne aveva una gran varietà. Aveva un bellissimo giardino, bellissime piante, alberi, fiori, frutti e cespugli. Il figlio era piccolo, ma anche lui si prendeva cura delle piante. Un giorno la madre dovette lasciare la città per alcuni giorni e chiese al figlio di prendersi cura delle piante nel miglior modo possibile ed egli la rassicurò dicendole che di sicuro lo avrebbe fatto. La madre, fidandosi del figlio, lasciò la città per il suo viaggio, ma quando ritornò dopo una settimana, le trovò molto sciupate. Questo la rese triste, chiamò il figlio e gli chiese se si era preso cura delle piante. Egli rispose: “sì madre, ho fatto tutto il possibile per far sopravvivere le tue piante”; allora la madre gli chiese in che modo se ne fosse preso cura ed il figlio disse: “ogni giorno ho pulito con un panno tutte le foglie, i fiori ed i frutti, se vedevo un insetto lo toglievo, ho lavorato molto e non so spiegarmi perché si siano ammalate”. Così la madre gli chiese: “Ma hai dato l’acqua alle piante?” Il figlio rispose “di questo mi sono dimenticato”.

Questa storia rispecchia la nostra vita perché noi ci prendiamo cura della crescita esteriore ma non curiamo la nostra crescita interiore. La pianta, che rappresenta il nostro corpo, viene curata in molti modi ma non vediamo mai le radici della pianta che si estendono profondamente entro la nostra mente e il nutrimento che dobbiamo dare a questa pianta della vita non è in forma di piacere ma è in forma di consapevolezza spirituale. Questa consapevolezza spirituale è la fonte dell’energia che mantiene la vita. Questa non è una mia affermazione, è stato detto da santi e da veggenti di tutte le epoche. Però quest’idea non ha ancora messo le radici nelle nostre vite. Per diversi motivi, ci troviamo ad essere molto coinvolti con le esperienze e le interazioni esteriori. In effetti possiamo dire che l’intero sistema della scienza è stato predisposto per gestire le manifestazioni esteriori della vita. Vi sono stati però alcuni sistemi di pensiero che hanno enfatizzato la necessità di prendersi cura e di comprendere sia le manifestazioni esteriori che quelle interiori in modo da prendersi cura anche delle radici che si estendono sotto terra e non solo della pianta esteriore nella forma del tronco, delle foglie e dei frutti. Questa è la vera spiritualità, l’abilità di prendersi cura di ciò che è visibile e di quello che è invisibile allo stesso tempo. Ciò che è visibile è sopra la superficie della terra, quello che è invisibile è sotto la superficie della terra e ciononostante esiste.
Secondo il sistema yogico la personalità umana ha queste due dimensioni di esistenza, una che è impegnata esteriormente e l’altra che si evolve interiormente. Le pratiche di yoga mirano a fornire la comprensione e la conoscenza delle due dimensioni umane. L’esperienza degli yogi ha evidenziato come l’integrazione delle facoltà umane cambi l’espressione della vita e dia una maggiore soddisfazione. C’è una affermazione che dice “Noi veniamo dalla soddisfazione totale e andiamo verso la totale soddisfazione e l’essere umano è un essere completo”. Ci sono però differenti procedimenti e stati di esperienza. In effetti si può anche dire che da un punto di vista scientifico, noi facciamo esperienza o viviamo in quattro dimensioni distinte. Un essere umano è guidato dalle proprie ambizioni, dalla forza del carattere, dalle debolezze della personalità umana e dalle necessità che governano la sua vita. Osserviamo ora questi aspetti individualmente, in modo da capire l’intero procedimento yogico. Prima le necessità della nostra vita. Il nostro corpo ha delle necessità per essere sostenuto e mantenuto, un esempio chiaro è il cibo, senza cibo e senza acqua il corpo non è in grado di mantenersi. Allo stesso modo vi sono alcune cose che sono necessità nella nostra vita sociale di tipo economico, emotivo, intellettuale e così via. Per poterci sostenere, per poter provare un senso di soddisfazione e completezza bisogna soddisfare queste necessità, e per soddisfare le utilizziamo le forze del nostro carattere. Queste forze sono rappresentate dalle qualità che aiutano un essere umano a progredire nella vita. Potrebbe essere la forza di volontà, potrebbe essere l’esecuzione di un’azione, potrebbe anche essere chiarezza di pensiero, queste sono le forze che utilizziamo costantemente nella nostra vita quotidiana. Nello stesso tempo ci confrontiamo con alcune debolezze della nostra personalità, queste debolezze possono essere paure, insicurezze, squilibri emozionali. Queste debolezze possono essere degli squilibri fisici o problemi psicologici. La forza che è dietro all’esecuzione delle nostre azioni è l’ambizione che non dovrebbe essere considerata negativamente, ma come un desiderio che vogliamo soddisfare.
Queste sono le quattro aree della vita che devono essere equilibrate con lo yoga, in modo da ottenere la soddisfazione. Sto cercando di presentarvi un approccio molto pratico dello yoga.
Quando diveniamo consapevoli delle nostre debolezze allora ci accorgiamo degli squilibri all’interno della nostra personalità. Gli squilibri nel corpo creano malessere e malattie, gli squilibri nella mente creano conflitti mentali, ansia, stress e depressione e se non vengono fermati, creano profondi problemi psicologici che nello yoga sono conosciuti come i samskara. I samskara sono le espressioni inconsce della personalità umana.

Per poter trattare le differenti debolezze della personalità umana, lo yoga ha escogitato alcuni sistemi Hatha Yoga è un sistema, Raja Yoga è un altro sistema. Asana e pranayama, sono pratiche di yoga che ci aiutano a trovare l’equilibrio fisico, perché il corpo deve essere trattato adeguatamente e vi sono alcune aree che dobbiamo considerare con molta attenzione, come per esempio l’accumularsi dello stress in differenti parti del corpo. Se provassimo a rimanere seduti qui per tre, quattro o cinque ore allora faremmo esperienza dei risultati di questo stress posturale che alla fine crea molti squilibri, sia fisici che mentali, che se non vengono trattati immediatamente creano ulteriori problemi. Vi è una parola inglese disease (malattia) che è composta da due parole dis = disturbato e ease = agio. Quando lo stato di agio, lo stato naturale del corpo viene disturbato, allora si fa esperienza di “dis-ease”. Anche se lo yoga non dichiara che può alleviare o curare malattie, si è verificato però che con la pratica regolare migliorano molte condizioni. Solo per darvi un esempio di ciò che sta accadendo in questo campo, vi dico che è stato riconosciuto in molte parti del mondo e da molte persone il grande potenziale terapeutico dello yoga. In Australia sono state fatte molte ricerche sulla terapia del cancro ed hanno scoperto che molte persone malate di cancro sono state aiutate dalle pratiche di yoga. Infatti la Fondazione per le Ricerche sul cancro in Australia ha incluso molte volte lo yoga terapia, il trattamento yogico, nella cura del cancro. In molte parti del mondo diversi professionisti medici stanno osservando i valori terapeutici delle pratiche di yoga. Non tratterò in dettaglio queste ricerche ma dovrebbe essere chiaro che vi è un potenziale per poter trattare differenti malattie di natura fisica. Questo è possibile con la pratica di asana, le posizioni fisiche dello yoga e di pranayama, le tecniche di respirazione.
Con la pratica di asana e pranayama il corpo viene armonizzato e portato in equilibrio che equivale a pulire esternamente le foglie di una pianta con un panno, iniziamo a lavorare con la nostra mente che è la radice della pianta, e in questo procedimento, il primo addestramento che riceviamo è quello del rilassamento. Il rilassamento è un’arte, non è qualcosa che possiamo ottenere in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo. Rilassamento è una disciplina, non è il sonno, perché si è visto durante le ricerche che anche durante il sonno vi è un alto livello di stress nel cervello e nella mente. E’ abbastanza ovvio che quando andiamo a dormire non siamo soli, andiamo a letto anche con i nostri problemi quotidiani e anche se dormiamo i problemi continuano ad avere un effetto sul cervello e sulla mente. Quindi non si ottiene facilmente il rilassamento e se viene ottenuto non è mai completo e profondo, per questo diciamo che il rilassamento è un’arte che deve essere perfezionata. Per poter perfezionare l’arte del rilassamento dovete solo dedicarle dieci minuti tutti i giorni, durante i quali lasciar andare gli stress accumulati dentro di voi e sviluppare un’armonia interiore.
L’aspetto mentale dello yoga che incorpora le tecniche di pratyahara ha un ruolo vitale per raggiungere questo stato. Prima di spiegarvi brevemente che cosa è pratyahara, vorrei dirvi qualcosa di diverso sul significato dello yoga. La gente crede che lo yoga sia una scienza spirituale e coloro che hanno studiato alcuni testi di yoga dicono che è un procedimento di controllo degli schemi mentali, ma in effetti se studiate uno dei maggiori trattati sullo yoga, gli Yoga Sutra di Patanjali, nella prima affermazione viene dichiarato che “yoga è una forma di disciplina”. La parola che viene utilizzata in sanscrito per descrivere questa disciplina è “anusashan” una parola molto peculiare che è stata tradotta come disciplina, però non significa disciplina. Sashan significa governare e anu, la parola che viene aggiunta all’inizio, significa l’aspetto sottile, la dimensione sottile. Quindi il significato è “governare gli aspetti sottili della personalità umana è yoga”. Quando siete in grado di governare gli aspetti sottili della personalità potete fare qualunque cosa. Perciò, è in questa prospettiva che dovremmo guardare le pratiche di yoga per vedere come aiutano a modificare la personalità umana.
- Fornendo all’individuo l’abilità di rilassarsi.
- Fornendo l’abilità di sviluppare la consapevolezza e di osservare ciò che sta succedendo.
- Concentrando o focalizzando le forze dissipate della personalità e della mente.
- Ottenendo la realizzazione delle facoltà dormienti della personalità umana.
- Utilizzando questi potenziali dormienti per migliorare la nostra vita.
Quindi il concetto di spiritualità nello yoga incorpora il corpo, la mente e la dimensione psichica e quando iniziamo con le pratiche di rilassamento stiamo eliminando le barriere e gli stress creati dentro la mente. La mente è considerata una forza molto potente entro cui si fa l’esperienza. L’esperienza del piacere, del dolore e della sofferenza avvengono prima nella mente e così è anche per le esperienze spirituali più elevate. La mente è la base che deve essere adeguatamente sintonizzata, per questo lo yoga mette una grande enfasi nel gestire la mente e non nel controllarla. Non sono d’accordo con l’affermazione “controllo della mente” ma con l’affermazione “gestire la mente”. Con il procedimento del rilassamento prepariamo gradatamente la base della mente. Nello yoga, lo spettro totale della mente viene visto in quattro stadi: l’intelletto, l’emozione, la sensazione e la dimensione psichica. L’intelletto è uno strumento che usiamo sempre nella nostra vita, l’emozione è uno strumento che guida l’espressione della mente e dei sensi nella nostra vita, la sensazione è uno strumento che fornisce alcune realizzazioni profonde e sottili e la consapevolezza psichica è uno strumento che ci porta più vicini alle aree sconosciute della nostra personalità. Per poter gestire questi quattro stadi dobbiamo iniziare con semplici pratiche di concentrazione perché la concentrazione è un’altra area da capire adeguatamente. La concentrazione deve essere conseguita senza sforzi. E’ uno stato mentale nel quale vi è totale chiarezza mentale. Chiarezza mentale, chiarezza di percezione, chiarezza di comportamento e di interazione, queste tre cose portano alla concentrazione mentale. La concentrazione deve essere uno stato fluente di realizzazione o di mente nel quale non vi è assolutamente alcuna tensione. Anche la parola “attenzione” significa “essere in tensione” e molte persone confondono la concentrazione con l’attenzione, ma concentrazione significa “consapevolezza rilassata e unidirezionale”.
Questo viene conseguito con le normali pratiche di yoga dove impariamo a focalizzare la mente e quando la mente è focalizzata, quando diviene unidirezionale allora si risvegliano le sue facoltà. Quando accendiamo la luce, essa si diffonde ovunque, però se in qualche modo riusciamo a focalizzare tutta la luce in un unico punto, diviene un raggio laser, acquisisce forza e potenziale. Quando eravamo bambini sia voi che io, ne sono sicuro, abbiamo giocato con la lente di ingrandimento e con i raggi del sole attraverso la lente cercavamo di bruciare pezzi di carta o paglia. Questo è un buon esempio per capire come le energie mentali possono essere focalizzate per divenire potenti come il raggio laser. Quando siamo in grado di farlo tramite un procedimento, aumenta la chiarezza mentale e con l’aumento del potenziale della mente si verificano alcuni cambiamenti nella personalità umana.

Questi cambiamenti hanno luogo a livello delle qualità umane. Le qualità che evolvono nella vita allora non sono più ristrette ad una natura egoistica ma divengono più universali.
Le qualità a cui aspiriamo, quelle della compassione, dell’amore, dell’affetto non sono più condizionate ma divengono universali e allora poi ha inizio il procedimento della realizzazione. La realizzazione yogica è: conoscenza, più perfezione, più comprensione, più utilizzazione. Questi sono i differenti aspetti di una realizzazione.
Realizzazione non è un concetto intellettuale, è invece uno stato di trasformazione della natura umana, è uno stato di comprensione della natura umana nel quale si fa esperienza della divinità nell’umanità della vita e questo è il culmine dello yoga.
Sfortunatamente non sono d’accordo con il significato ordinario del termine yogico samadhi, generalmente samadhi significa “unione o fusione con la coscienza divina”. Perché se io sento che yoga significa unione, allora non può essere una pratica centrata su se stessi. Non so se sono chiaro, non so se siete in grado di capire ciò che sto cercando di dire, ma la definizione normale è che nello stato di samadhi l’individuo raggiunge la realizzazione di Dio. Io sento che nel samadhi non è importante solo la realizzazione di Dio ma anche l’applicazione esteriore di quella realizzazione. Questo è un aspetto molto importante che ogni aspirante dovrebbe capire: l’applicazione della realizzazione. Quando questa ha luogo allora l’individuo può dire con orgoglio “sì, ho completato il mio viaggio nella vita ed ho raggiunto la completezza”.
Così, attraverso la gestione della mente tramite la concentrazione ci muoviamo nello stato della meditazione. Nella concentrazione, quando viene sviluppata, vi è la trasformazione delle qualità umane e poi, con la trasformazione delle qualità umane vi è l’esperienza dello stato meditativo e nello stato meditativo vi è l’unione della mente normale esteriorizzata con la mente interiore. Questa mente interiore nella terminologia yogica è conosciuta come coscienza. Anche se intellettualmente possiamo dire che vi è poca differenza tra mente e coscienza, lo yoga dice che vi è una differenza. La mente è relativa al mondo dei sensi, oggetto, tempo e spazio mentre la coscienza è relativa in misura maggiore alla continuità della comprensione e dell’esperienza umana. Questa continuità dell’esperienza umana rende l’individuo consapevole di potenziali superiori, è il procedimento evolutivo di un individuo e anche dell’umanità, ed è questa coscienza che viene infine realizzata con le pratiche di yoga. Io sento che se siamo in grado di integrare lo yoga nella nostra vita, vinceremo.