Conferenze di Swami Satyananda Saraswati in Italia

Bhakti Yoga

Rimini, Settembre 1982

Conferenze Satsang 1982 Satyananda Ashram Italia

Bhakti Yoga

Rimini, Settembre 1982

Hari Om Tat Sat

Le pratiche di yoga vi porteranno esperienze interiori solamente se c’è bhakti per il guru e per Dio. Ci sono due simboli di devozione, Dio e guru. Dio non l’abbiamo ancora visto e non sappiamo come amarlo. Certamente lo preghiamo, ma questo non è la totalità di bhakti. Il guru l’abbiamo visto. E abbiamo anche sviluppato un certo tipo di relazione con lui. Quindi, si dovrebbe avere devozione per il guru e per Dio allo stesso tempo.

Ora, vorrei trattare l’argomento di bhakti. Bhakti non significa semplicemente devozione. Significa totale resa. Bhakti yoga è uno dei più potenti sistemi di yoga. Così come abbiamo i raja yoga sutra, abbiamo anche i bhakti yoga sutra. Esistono due importanti testi sul bhakti yoga. Uno è il Bhakti Sutra di Narada e l’altro è il Bhakti Sutra di Shandilya. Narada e Shandilya erano due guru e hanno scritto brevi testi sul bhakti yoga. Inoltre, nel corso del tempo, molti grandi uomini sono discesi per dimostrare come praticare bhakti. In questo momento sto pensando a una donna straordinaria che era una bhakta. Aveva immerso totalmente la sua mente in Dio. Era la figlia di un grande e potente re in India durante il quindicesimo secolo.

Quando aveva sei anni, uno swami giunse presso la sua famiglia, e fece dono a questa piccola bambina di una statuina del Signore Krishna. Krishna è una delle figure più importanti in India. In ogni famiglia si canta la sua magnificenza. Così le fu regalata la statuina di Krishna e lei la conservò con tutto il suo amore. Iniziò a percepire Krishna come suo marito e rifiutò di sposarsi. Tuttavia, dato che proveniva dalla famiglia di un potente re, dovette sposarsi, non aveva scelta.

Fu data in matrimonio a un potente principe, ma lei rifiutò di riconoscerlo come suo marito. Disse: “Mio marito è Krishna e nessun altro!”. Quella piccola statuina diventò per lei una realtà vivente e nonostante loro provassero a farle cambiare idea, non ci riuscirono. Ruppe le regole e i sistemi della famiglia reale. Era solita comporre le proprie canzoni e cantarle nei satsang e nei kirtan e andare in estasi. Per la sua famiglia questo era assolutamente deplorevole a tal punto che volevano ucciderla. Così, suo marito le fece arrivare una coppa di veleno mortale. Dio solo sa cosa accadde, ma lei non morì. Nella sua canzone scrisse: “Mio marito mi mandò una coppa di veleno. Io la bevvi e ci risi su!”. Sua suocera rinchiuse un cobra in un pacchetto regalo e glielo inviò. Quando lei lo aprì, il cobra si trasformò nell’immagine di Vishnu. Non fu un suo miracolo, fu il miracolo della sua bhakti.

Un giorno fu riferito a suo marito che lei stava parlando con qualcuno nella sua stanza. Lui andò alla sua porta per origliare la conversazione e sentì che diceva: “Mio amato, ogni volta che vieni, io sono qui ad aspettarti!”. In collera, suo marito sfasciò la porta con in mano la sua spada e la trovò tutta sola nella stanza. Le domandò, arrabbiato: “Con chi stavi parlando?”, lei rispose: “Al mio amato, al mio compagno, a mio marito”. Lui domandò: “E chi è?”, lei rispose: “Krishna”. Lui disse: “Krishna è nel tempio”, lei rispose: “No, coloro che lo amano lo trovano dinanzi a loro”.

La vita a palazzo divenne veramente dura per lei, in quanto la sua era una delle famiglie reali più potenti ed era una questione di prestigio familiare. Non poteva partecipare ai kirtan ogni volta che voleva, non poteva danzare in estasi ogni volta che sentiva di farlo, non poteva stare sola e parlare continuamente con suo marito e avere un momento privato con lui. Quando arrivavano in visita principi importanti doveva indossare degli abiti eleganti, non poteva vestire in modo informale. Così lasciò quel posto chiamato Chittor, vicino a Udaipur, nell’India occidentale, con una delle più belle fortificazioni dell’India, con meravigliose torri trionfanti, tutte fatte in marmo.

Camminò per l’intero tragitto e finalmente arrivò a Vrindavan, che è nel nord dell’India, molto vicino a Delhi. Questo è il posto dove, molte centinaia di anni fa, si dice che Krishna visse e giocò con i pastorelli, facendo molte marachelle. Questo posto è considerato molto sacro dagli indù. Ancora oggi milioni di indù vanno a Vrindavan solo per toccare la polvere di quella terra e applicarla sulla fronte solamente perché Krishna ci camminò sopra.

Forse non conoscete molto di Krishna. C’è un bellissimo libro sul bhakti yoga chiamato Srimad Bhagavatam. È la storia della vita di Krishna. A Krishna è associato il nome di Radha. Quando Krishna era un ragazzo si innamorò di una ragazzina un po’ più grande di lui di età. Lui non aveva neanche dieci anni, forse otto o nove. Il nome di quella ragazza era Radha. Lei una mattina andò al fiume Yamuna a prendere dell’acqua per le faccende domestiche. Krishna in quel momento stava nuotando nel fiume. Lui la vide e lei vide lui ed entrambi iniziarono ad amarsi. Lui dichiarò il suo amore di fronte a Radha e lei lo accolse. Questo fu il primo e ultimo incontro che ebbero. E fino a oggi, i nomi di Radha e Krishna vengono sempre ripetuti insieme. Questo era il Krishna amato dalla principessa Mirabai.

Mirabai arrivò a Vrindavan in cerca di un guru. A quel tempo, lì viveva un grande guru. Andò a incontrarlo, ma in un primo momento i suoi discepoli la rifiutarono perché il guru non aveva mai incontrato nessuna donna. Allora mandò un messaggio: “Io comprendo che c’è solo un Purusha (Sé o principio maschile), tutto il resto è Prakriti (Natura o principio femminile). Chi è questo guru che chiama se stesso Purusha? Ci sono due Purusha?”. Quando questo messaggio fu portato al guru, egli ne fu sopraffatto. Egli iniziò la donna al mantra e lei visse là per il resto della sua vita.

A quel tempo l’India era governata da Akbar il Grande, il nonno di Shah Jehan, che eresse il Taj Mahal. Akbar era un grande devoto di Dio. Lui era musulmano, ma rispettava tutte le religioni. Era solito andare da tutti gli swami e i guru. Quando sentì che c’era una donna eccezionale che viveva a Vrindavan, che poteva cantare il nome di Dio ed entrare in samadhi o trance, volle vederla.

In India c’è una tradizione: che voi siate un sovrano o la persona più ricca in assoluto, se dovete incontrare un guru, siete voi a dover andare da lui, non potete invitarlo. E quando andate a incontrare un guru o un santo, siete una persona comune. Dovete sedervi a terra innanzi al guru, non importa chi siate. Anche se siete il comandante in capo dell’esercito, quando entrate, dovete togliere le scarpe.

Così Akbar andò per vederla. Partecipò al kirtan e ne fu completamente sopraffatto. Quando lei cantava il nome di Dio nei kirtan e nei bhajan, si dimenticava completamente di se stessa. Quando la mente è impura e tentata dalle passioni, quando la vostra mente è piena di futili e insignificanti preoccupazioni, quando anche il più piccolo evento della vita diventa un’enormità, quando non siete capaci di concentrare la mente, quando la vostra fede è sempre in crisi, in quel momento, se cantate il nome di Dio ripetutamente, da dieci a trenta volte e più, allora entrate in uno stato chiamato bhava samadhi che è un po’ differente dal samadhi del raja yoga.

Conferenze Satyananda 1984 Satyananda Ashram Italia 15

Nel samadhi del raja yoga vi è immobilità esternamente e internamente. Nel bhava samadhi il sé interiore è calmo ma esternamente le vostre emozioni sono caricate con un energia molto potente. È come se vi steste struggendo per il vostro amato, è come se soffriste la separazione. La relazione tra l’anima individuale e l’anima universale è la stessa relazione che c’è tra marito e moglie. È esattamente lo stesso concetto espresso nel cristianesimo. “Io sono la moglie, Dio è il marito e voglio essere uno con lui. Soffro per la separazione e stiamo cercando di unirci uno con l’altra”. Tuttavia, fino a quando manterrete la vostra individualità non potrete fondervi in lui. Per liberarvi dall’individualità dovrete rimuovere i veli causati dall’ignoranza. Ritenere di essere un uomo, una donna, un intellettuale, un ingegnere, un dottore o un mussulmano, un indù o un cristiano, va bene ovunque, ma quando siete di fronte a Dio questi diventano complessi.

Come potete andare da vostro marito o da vostra moglie e dire: io sono questo o io sono quello. Finché entrambi non dimenticano chi sono non potranno diventare uno. Questo è esattamente quello che succede nel bhakti yoga. Il devoto rappresenta la coscienza individuale, Dio rappresenta la coscienza spirituale e lo scopo finale del devoto è fondersi in Dio. Proprio come tutti i fiumi scorrono solamente per unirsi e fondersi nel mare, tutte le persone, tutti i devoti devono provare ad andare verso Dio e fondersi in lui. Mirabai era un riflesso di questa devozione.

Nel bhakti yoga dovreste sviluppare qualche sorta di relazione con Dio e con il guru. Queste relazioni non sono terrene, fisiche e grossolane. Sono basate su relazioni terrene, ma sono molto più di quello. Se volete amare Dio, dovrete scoprire come poterlo amare. Non per tutti è possibile considerare Dio come marito, ciò creerebbe un problema in famiglia: “Chi è quest’altro uomo che è arrivato?”. Ma ci sono altre relazioni che sono altrettanto forti, per esempio la relazione tra madre e figlio. È una relazione più forte di quella tra marito e moglie. Potete essere la madre e lui può essere il figlio. Oppure lui può essere il padrone e voi il servitore.

Per cortesia ricordate un punto. Siamo tutti stati creati dalla Natura. Siamo principalmente delle creazioni della Natura, apparteniamo al regno di Prakriti. Quindi il nostro sesso può essere maschile ma la nostra essenza è femminile. In questo senso, io sono Prakriti e anche voi siete Prakriti. Le donne sono Prakriti così come gli uomini. Significa che Dio è sempre maschile. In questo modo potete proiettare i vostri sentimenti fraterni, materni e matrimoniali su di lui.

Le distrazioni mentali sono create dalle emozioni. Tutti i problemi che state affrontando nel cammino dello yoga sono creazioni delle emozioni. Se riuscite a canalizzare queste emozioni verso Dio sarete liberi. Questo è bhakti yoga. Tuttavia non tutti possono praticarlo. Quelli che possono non hanno bisogno di nessun altro tipo di yoga. Quindi bhakti può essere divisa in due categorie. Una è la bhakti come totale resa delle emozioni a Dio. In questo tipo di bhakti si cessa di esistere. Ma, come ho detto, questo non è possibile per tutti. Questa bhakti si può sviluppare solo per grazia di Dio, per i buoni karma delle vite precedenti e per la buona formazione da parte dei genitori.

Vi stavo parlando di Krishna. Lui viveva a Vrindavan ma poi dovette lasciare la sua città perché un re aveva attaccato quel luogo molte volte. Diventò molto difficile per lui rimanere lì perché molte persone erano invidiose di lui. Era un uomo veramente bellissimo, potente e meraviglioso con poteri soprannaturali. Così lasciò il nord dell’India ed emigrò verso la parte più occidentale. Là fondò il suo regno con i suoi amici e parenti.

Krishna da giovane pastore divenne re, ed era anche un grande maestro di yoga. Nel frattempo anche i pastorelli con cui era solito giocare a Vrindavan erano cresciuti. Krishna mandò uno dei suoi discepoli a Vrindavan a insegnare loro lo yoga. Quando scoprirono che quella persona era stata mandata da Krishna, andarono di corsa a chiedergli come stava Krishna. Chiesero: “Ora Krishna sarà imperatore. Avrà sicuramente dei ministri, comandanti ed eserciti e si sarà dimenticato di noi. Si ricorda che da piccoli giocavamo sulle rive dello Yamuna? Si ricorda che quando eravamo bambini andavamo a rubare burro e latte a casa d’altri? Si ricorda che quando eravamo bambini ci battevamo l’uno contro l’altro?”. Il suo discepolo rispose: “Sì, lui si ricorda di tutti voi”. Loro dissero: “Noi lo ricordiamo non solo una volta al giorno, non solo due volte al giorno, non solo una volta alla settimana, ma lo ricordiamo con ogni respiro. Non lo ricordiamo soltanto quando abbiamo dei desideri da esaudire. Non lo ricordiamo soltanto quando siamo puri nel corpo e nella mente. Dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba ricordiamo lui e i suoi incantevoli giochi”.

Conferenze Satyananda 1984 Satyananda Ashram Italia 13

Quindi chiesero al discepolo perché fosse venuto. Lui rispose: “Krishna mi ha mandato qui per insegnarvi yoga”. Loro domandarono: “Cos’è lo yoga?” e il discepolo rispose: “Chiudete gli occhi e concentratevi in bhrumadhya, in agya chakra”. Loro dissero: “Oh, noi non conosciamo tutte queste cose”. Il discepolo rispose: “Ma io vi insegnerò. Vi insegnerò come concentrarvi”. Loro dissero una cosa veramente meravigliosa. Il nome del discepolo era Uddhava. Loro dissero: “Uddhava, noi abbiamo una mente, un cuore, una coscienza e con queste abbiamo sempre pensato a Krishna. Ora tu ci stai chiedendo di concentrarci qui e là. Con quale mente lo faremo? Non abbiamo due menti, non abbiamo tre menti, non abbiamo venti menti. Abbiamo una coscienza soltanto e questa è sempre stata assorbita nella memoria di Krishna. Noi non lo vediamo e forse non lo vedremo mai. Sappiamo che è molto occupato, ma noi stiamo patendo la sofferenza della separazione. Noi ricordiamo come giocavamo con lui, ricordiamo quando prendeva i nostri abiti mentre facevamo il bagno nello stagno, ricordiamo ognuno dei suoi scherzi, divertimenti e follie”. Quello è chiamato Krishna lila.

Lila significa giocare o divina rappresentazione. Per esempio, io sono uno swami ma vado sul palco e recito la parte del mendicante. Questo è chiamato lila. Io non sono un mendicante, sono uno swami. Così questo fu chiamato Krishna lila perché lui è divino, è oltre ogni attaccamento, è il creatore di miliardi di universi. Perché dovrebbe amare questo bambino? Quello è il suo lila. Quello è chiamato Krishna lila. Così dissero: “Noi ricordiamo il suo lila tutto il tempo” perché un bhakta o un devoto crede che Dio sia infinito. Egli è aldilà di nome, forma e mente. Con questa mente non potrete mai raggiungere Dio. Allora cosa fare? Lui è così lontano, così lontano, ma per amore dei suoi devoti Lui scende per un po’. Riuscite a capire?

Cosa fa una madre con suo figlio? Può il bambino comportarsi come sua madre? No, non può. È lei che deve comportarsi come un bambino. Allo stesso modo, il vostro amato deve scendere giù perché se non lo fa, non lo potete raggiungere. Se la madre si comporta come una donna di trentacinque anni, il bambino rimarrà a distanza e non ci sarà unione. Il devoto non può spezzare i suoi limiti. Quindi, come raggiungerlo? Siete deboli, siete infermi, siete ignoranti. Allora cosa potete fare? Per questo motivo Dio deve discendere al vostro livello. Quando il Dio immanifesto e senza forma scende al livello dell’uomo in virtù della Sua Grazia, quella è chiamata incarnazione divina o avatara. Krishna discese a livello di quei bambini. Perché questa realtà immanifesta, Dio, dovrebbe giocare con questi bambinetti? Perché dovrebbe radunare un gruppo di bambini e bambine e introdursi nella casa di qualcuno a rubare yogurt, burro e latte? È perché Dio deve agire secondo il livello dei devoti. Quello è chiamato lila.

Loro dissero a Uddhava: “Per piacere torna indietro. Noi non possiamo praticare yoga. Non dobbiamo praticare yoga perché la nostra mente è già unita con lui. Yoga significa unione e la nostra mente è in lui, la nostra mente è già unita in lui. Perché vuoi insegnarci yoga? Insegna yoga alle persone che non amano Dio. Ci sono tante persone che non amano Dio”.

Potete leggere la Bhagavad Gita o andare in un sancta sanctorum. Potete andare in una cappella o al tempio, ma questo è un argomento diverso. Potreste pregare Dio per un lavoro migliore, potreste pregarlo per sposare la ragazza dei vostri sogni, per curare qualcuno della vostra famiglia che è malato. Questa è una forma inferiore di devozione. Ricordare Dio nella difficoltà, pregare Dio per un motivo egoista, pregare Dio per vederlo, questa è una forma inferiore di devozione. Questa non è devozione trascendentale. Noi diamo il nostro cuore a Dio non per altro ma solo perché vogliamo amarlo. Quale sia la Sua attitudine verso di me non mi interessa.

Due secoli fa, in India, apparì un uomo che era nato nell’odierno Bangladesh. Era un grande studioso di economia ed era anche sposato. Improvvisamente sviluppò la devozione e decise di rinunciare a tutto. Tutto il tempo era solito cantare Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama Hare Hare; Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare. Il suo kirtan era davvero contagioso. Quando passava attraverso un villaggio lo seguivano a migliaia. Gli Hare Krishna, in America, appartengono a questo movimento. Egli era solito dire a tutti un’unica cosa: “In questo kali yuga l’unica soluzione è cantare il Suo nome tutto il tempo!”.

Vi ho parlato un po’ del bhakti yoga. Mi piace, ma devo ancora scoprire cosa sia l’amore. Ho qualche idea a riguardo, ma penso sostanzialmente di appartenere alla tradizione dello yoga perché credo che quando si ama Dio, bisogna dimenticare ogni altra cosa. Ma questo non succede. Noi amiamo Dio fianco a fianco con il demonio, e non si possono avere entrambi. Di conseguenza, per le persone che trovano difficile praticare bhakti yoga, e ce ne sono milioni nel mondo, il cammino dello yoga è per loro. Ma una volta che avete scoperto questo cammino, avete anche raggiunto l’obiettivo.

Hari Om Tat Sat