Conferenze di Swami Satyananda Saraswati in Italia

Introduzione al Kriya Yoga

San Sicario (TO), Settembre 1982

Conferenze Satsang 1982 Satyananda Ashram Italia

Introduzione al Kriya Yoga

San Sicario (TO), Settembre 1982

Hari Om Tat Sat

È molto bello vedervi tutti qui a questo splendido seminario in questo posto molto bello. Non pensavo che questo posto potesse essere così bello. L’Italia è veramente bella, non ci sono dubbi. Anche io sono nato in un ambiente simile con molti boschi ai piedi dell’Himalaya in India nel 1923. Splendide montagne, alberi di pino, fiumi di acqua pura e pace totale. Così era il posto, così era il tempo quando sono nato.

Quando viaggiavo in macchina ieri da Milano, passando per Torino, sono entrato in questo ambiente e sono stato riportato indietro nel tempo e la mia memoria è ritornata indietro di sessant’anni. Ero molto stanco perché avevo visitato gli Stati Uniti per oltre venti giorni e avevo sonno. Ho sonnecchiato per pochi minuti, ma quando mi sono reso conto di questo ambiente, il sonno è semplicemente scomparso. In effetti, questo è il grande cambiamento che ho percepito arrivando dall’America. Là è stato un viaggiare febbrile per più di venti giorni, con la macchina, con l’aereo, frequentando convegni, sempre distanti tra loro come minimo due ore. Tutti quei giorni ho visto auto, edifici, fabbriche e smog. E adesso vedo alberi di pino.

La scelta del posto è stata meravigliosa, posso ringraziare Swami Ananda e il suo staff. Ma oltre quello, grazie anche a tutti voi per aver fatto una così bella scelta del posto. Sono presenti qui persone non solo dall’Italia ma anche da Francia, Inghilterra, Svizzera, Grecia, Spagna e Iugoslavia, quindi è un seminario di yoga intercontinentale.

È in uno scenario così che per molte migliaia di anni rishi, profeti e saggi in India hanno sviluppato un sistema per la salute, la pace mentale e l’evoluzione spirituale. Per migliaia di anni le montagne dell’Himalaya sono state la casa dei tesori della filosofia spirituale. È là che la scienza del tantra, dello yoga e del Samkhya si svilupparono. L’obiettivo di quelle scienze era di portare perfetta salute, equilibrio mentale e, infine, illuminazione interiore.

Per l’uomo comune la materia è inerte, è solo quello che può vedere con i propri occhi. L’acqua è solo l’acqua che vede, una pietra è solo la pietra che vede. Vede ogni cosa solo per come gli appare. Invece, per uno scienziato la materia è solo apparenza e non realtà, così analizza la materia ed esplora qualcosa che non è materia. Nel corso della sua esplorazione, scopre differenti forme di potenziale ed energia all’interno della materia. Allo stesso modo, per molte persone, la mente è pensiero, memoria, emozione, passione, rabbia, sensazioni, ecc. Il corpo è un insieme di ossa, midollo, carne, sangue, nervi, ecc. E la vita è solo l’intervallo tra la nascita e la morte. Ma per uno yogi o un rishi, queste definizioni di mente, corpo e vita non sono accettabili. Egli ha scoperto che la mente è più di questo, che il corpo è più di questo e che la vita è più di quello che sembra essere.

Il corpo è il risultato della combinazione di due forze: mente e prana. Il corpo fisico è composto da cinque elementi della natura: etere, aria, fuoco, acqua e terra. La struttura fisica del corpo è formata dalla permutazione e dalla combinazione di questi cinque elementi e all’interno di questo corpo fisico ci sono due forze conosciute come chitta e prana o mente e vita.

La mente controlla le sensazioni degli organi sensoriali; il suono che ascoltate, il tocco che sentite, le forme che vedete, il gusto di cui fate esperienza, l’odore che percepite sono possibili grazie alla forza di chitta. Questa forza mentale, che in yoga è conosciuta come chitta, o mente, è la forza che controlla i gyanendriya, gli organi sensoriali di conoscenza. Un’altra forza nel corpo è conosciuta come prana, che significa forza vitale, vitalità o forza della vita. È attraverso il prana che viviamo, ci muoviamo e agiamo. Le parole che sono capace di produrre ora, le mani che siete in grado di muovere e i piedi su cui camminate, la minzione e la defecazione, tutte queste cinque azioni motorie sono controllate dal prana. Quindi abbiamo dieci sensi; cinque sensi responsabili della conoscenza e cinque sensi responsabili delle azioni. I gyanendriya sono le orecchie, la pelle, gli occhi, la lingua e il naso. I karmendriya sono la parola, le mani, i piedi, il sistema urinario e il sistema escretorio.

Per i rishi queste azioni, queste esperienze, non erano le forme finali dell’energia. Attraverso la loro esperienza personale vennero a sapere che le potenzialità dei sensi potevano essere ampliate, che le potenzialità della mente potevano essere espanse. Perciò, sperimentarono molti tipi di pratiche, qualche volta inusuali e qualche volta molto sistematiche. Alcuni praticarono l’espansione dei sensi e della mente in un luogo di sepoltura, alcuni in foreste solitarie, alcuni utilizzarono mezzi empi, altri usarono delle droghe.

Se studiate attentamente la storia delle pratiche spirituali a cui, per migliaia di anni, si dedicarono i rishi in Himalaya, incontrerete non solo alcune, ma diverse pratiche tanto peculiari ed eccentriche quanto sistematiche. Nel corso del tempo, capirono anche che ci sono pratiche tantriche e yogiche che possono essere messe a disposizione di ogni generazione e adatte a qualsiasi tipo di persona.

Ci sono certe pratiche che non sono assolutamente per tutti. Supponete che vi dicano: “Vai in un cimitero e fai questo e questo”. Lo possono fare tutti? Perfino quei pochi che ci provano impazziscono. Allo stesso modo con le droghe. Pur accettando il fatto che le droghe espandano la mente, il risultato finale non sarà altro che un disastro. Distruggono il sistema nervoso e interferiscono con le leggi naturali della genetica e nel corso del tempo possono determinare una razza impotente. Se le droghe si diffondessero, forse dopo pochi secoli, l’uomo tornerebbe allo stesso stato mentale che esisteva migliaia di anni fa nel primo periodo dell’evoluzione.

Conferenze Satyananda 1982 Satyananda Ashram Italia 05

Allo stesso modo ci sono molte pratiche conosciute nel tantra che, in un modo o nell’altro, non sono positive. Per esempio, l’atto sessuale è considerato un modo molto pratico per espandere la mente, ma non c’è nessuna prova storica che lo dimostri. Per migliaia di anni, trilioni di persone hanno sponsorizzato questo atto, ma quante sono state in grado di espandere la loro coscienza? Coloro che hanno totale controllo sulla loro coscienza saranno capaci di farlo, ma tutti gli altri no. Non nego che l’atto sessuale è un energia, ma so che è praticamente impossibile per una persona comune dirigere questa energia ai centri più elevati per l’espansione della coscienza. Quante persone sono nate nel mondo che non praticano l’atto sessuale senza l’idea di divertimento e piacere? Quante persone nel mondo praticano l’atto sessuale privandosi dell’idea di piacere? Forse pochi. Questi percorsi e queste tecniche non sono universali e non possono essere applicati alle masse. Tra le molte migliaia di pratiche che vengono usate per espandere la mente e i sensi, per risvegliare la Shakti, i saggi arrivarono a una conclusione riguardo al kriya yoga. Il kriya yoga è una pratica che può essere facilmente adottata da qualsiasi tipo di aspirante.

Molte persone hanno un tipo di mente distratta e irrequieta. Trovano molto difficile mantenere la mente su un oggetto per molto tempo. Se accendete una candela e andate fuori durante una tempesta, cosa succederà? La stessa cosa accade a tutti quando cercano di concentrarsi. Le fluttuazioni nella mente distruggono completamente la focalizzazione. È con questa prospettiva che sono state create le pratiche di kriya yoga. Sono pensate per coloro che non sono capaci di controllare, concentrare e stabilizzare la mente. Sono pensate per coloro che non riescono a stare seduti in una posizione per un tempo prolungato.

La base del kriya yoga è l’hatha yoga. Sapete quanto sono importanti le pratiche dell’hatha yoga. Le posizioni e il pranayama che abbiamo imparato negli ultimi anni non sono solo esercizi. Le posizioni sono molto importanti e necessarie per aiutare a risvegliare i chakra. Il pranayama non è solo un esercizio di respirazione, è il responsabile del risveglio di sushumna nadi attraverso cui ha luogo l’esperienza spirituale. Adesso veniamo alle più importanti basi scientifiche del kriya yoga. Nel corpo fisico ci sono due forze conosciute come ida e pingala, o mente e prana, o sole e luna. Fra queste due forze ce n’è una terza chiamata sushumna.

Nella colonna vertebrale ci sono sei chakra. Sono responsabili di far fluire e distribuire l’energia. Se questi chakra non funzionano perfettamente si forma un blocco energetico. Di questi sei chakra il primo chakra è alla base del tronco. Questo chakra di base è conosciuto come muladhara chakra ed è situato nel perineo nel corpo maschile e alla radice dell’utero, nella cervice, nel corpo femminile. Per risvegliare questo chakra, il kriya yoga ha incluso la pratica di mula bandha. Il secondo chakra è conosciuto come swadhisthana chakra o plesso sacrale. La pratica di vajroli mudra è inclusa nel kriya yoga per il risveglio di questo chakra. Nel plesso solare, dietro l’ombelico, è situato manipura chakra per il quale è inclusa la pratica di uddiyana bandha. Questi tre chakra sono molto importanti, molto complessi e difficili da risvegliare. Quindi viene il chakra del cuore, anahata chakra e poi vishuddhi chakra. Ci sono molte pratiche per risvegliare questi chakra. Il sesto chakra è agya chakra, che è il capo di tutti i chakra, come un monitor. Per il miglioramento e lo sviluppo di questo chakra viene praticato shambhavi mudra.

Quando i chakra sono purificati, il flusso di energia diventa molto armonioso, e quando questo avviene, è molto facile meditare. La meditazione o dhyana yoga è la strada regale per l’illuminazione interiore. Tuttavia, non potrete meditare lottando con la vostra mente, forzando la mente o con la costrizione. Quando i chakra sono risvegliati e i prana bilanciati la meditazione avrà luogo da sola.

La meditazione non è un’azione, è un’esperienza. Questo dovete ricordarlo molto bene. Dormire non è un esercizio, è un’esperienza. La pace della mente non è un esercizio, è un’esperienza. Un albero cresce per quindici anni e poi fruttifica; la meditazione è il frutto del kriya yoga. Molte volte facciamo degli errori pensando che la meditazione sia il frutto della meditazione.

Nel kriya yoga c’è una pratica molto importante conosciuta come khechari mudra. Si crede che attraverso la pratica di khechari mudra avvenga una particolare secrezione da un centro più elevato. Quando quella secrezione viene assimilata dal corpo avviene un cambiamento nell’esperienza, i sensi si calmano e la mente diventa focalizzata.

Questo seminario vi insegnerà le tecniche di kriya yoga. Il proposito non è insegnarvi come controllare la mente ma come risvegliare la consapevolezza interiore. C’è una parabola che mi è venuta in mente. Un guru e un discepolo stavano viaggiando durante una notte buia. Nel buio, quando non poterono più proseguire, entrarono in una grotta per riposare. Il discepolo era molto spaventato dal buio e di volta in volta accendeva fiammiferi per allontanare l’oscurità. Quando il fiammifero si sarebbe spento, egli si sarebbe spaventato di nuovo. Questo continuò per l’intera notte. Finalmente il sole sorse e la paura del discepolo sparì. Quando risplende la consapevolezza interiore, la mente è irrilevante.

Parliamo molto del controllo mentale. Non c’è niente di sbagliato in questo. È una qualità sociale molto buona, ma dire che dal controllo mentale si sviluppa la consapevolezza interiore non è accettabile. Non importa quanti fiammiferi accenderete, la paura tornerà, le angosce torneranno. Il sole dovrebbe sorgere. Quando praticate kriya yoga e sviluppate la meditazione automaticamente e spontaneamente, la consapevolezza interiore risplende. Allora non ci sarà nessuna mente. La mente non è responsabile della consapevolezza superiore; avete bisogno di una mente solo per vivere la vostra vita. Se pensate che quell’esperienza possa aver luogo attraverso la mente, state facendo il primo e ultimo errore. Quell’esperienza non è un soggetto della mente.

Assieme al kriya yoga vi saranno insegnati anche altri kriya, altre pratiche, che vi aiuteranno indirettamente nella pratica del kriya yoga. Ogni giorno ci saranno due sessioni di domande e risposte sul sadhana, sulla pratica spirituale e sul kriya yoga. Le domande dovrebbero essere strettamente in relazione alla ragione per cui siamo qui. E per chi avesse piacere di avere un incontro individuale con me, sia per il mantra, sannyasa, karma sannyasa o per qualsiasi altra ragione personale, può dare il proprio nome alle persone incaricate.

Sono molto lieto di indirizzarvi verso il kriya yoga e di vedervi tutti qui, e desidero che questi giorni che trascorrerete in questo meraviglioso ambiente vi diano abbastanza prana ed energia per gli anni a venire. E benvenuti a tutti da qualsiasi parte del mondo arriviate.

Hari Om Tat Sat