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Conferenze di Swami Satyasangananda Saraswati
Satsang con Swami Satsangi
Montescudo (RN), Giugno 2010

Satsang con Swami Satsangi
Montescudo (RN), Giugno 2010
Ogni aspirante dovrebbe comprendere come applicare la realizzazione.
Solo quando questo accade possiamo dire “ Sì, ho completato il mio viaggio nella vita e ho raggiunto il compimento.”
Swami Satsangi, può cortesemente parlare della fede?
È molto difficile parlare della fede perché, per quanto se ne parli, è molto difficile da comprendere. Come si può spiegare l’amore? Qualsiasi cosa si dica sull’amore, sulla fede, non è sufficiente per quel sentimento. E’ un sentimento, un’esperienza che si risveglia in alcune persone. Proprio come ad una certa età, l’adolescenza, la pubertà, la passione si risveglia in voi, allo stesso modo, vi è uno stadio nell’evoluzione in cui la fede si risveglia in voi. Ci sono personaggi nella storia, grandi santi, che hanno dimostrato di avere avuto questa esperienza. Queste persone erano molto potenti. Il loro potere non era nelle loro ricchezze. Cristo era figlio di un carpentiere ma aveva una fede immensa, quello era il suo potere. Era nato in una famiglia umile, ma divenne molto potente grazie alla sua fede. Ci sono molti esempi simili. Rama Krishna Paramahamsa era un prete ordinario che guadagnava cinquanta rupie, ma divenne così grande grazie alla sua fede. La fede è la vostra ricchezza. E’ uno dei beni più grandi. Se non avete fede, siete poveri.

La fede ed il credo sono due cose differenti, non confondete la fede con il credo. Il credo è intellettuale, la fede non è intellettuale. L’intelletto non ha posto nel reame della fede, anzi, è un ostacolo. Nella fede si è innocenti come un bambino; per questo si dice “sii innocente come un bambino”, non infantile ma innocente come un bambino. C’è una differenza tra essere infantile ed essere innocenti come i bambini. Quando si è innocenti, questa fede si risveglia in voi ed è una qualità superiore della mente.
La base della fede è il guru. E’ il guru che risveglia la fede in un individuo. Serve avere una base per la fede, proprio come avete una base per l’amore: la vostra fidanzata, il vostro fidanzato, moglie, marito. L’amore si risveglia quando c’è una base. L’amore era dentro di voi, era dormiente ma quando avete trovato una base, ha cominciato a fluire in voi. Allo stesso modo, il guru diventa la base per la fede. Perché, in effetti, la base per la fede è Dio; per questo direi che la fede e Dio sono la stessa cosa. Se avete fede, allora conoscete Dio; e se conoscete Dio, allora avete fede. Sono la medesima cosa. E, anche se Dio è l’obiettivo della fede, il guru è il mezzo per raggiungerlo. Il guru diventa il mezzo per tirare fuori quella fede, per estrarla, per rendervi consapevoli di quella fede, per raffinarla e dirigerla nella direzione giusta. Non esiste essere umano privo di fede; anche se dite di non avere fede in Dio, per lo meno avete fede in voi stessi, nella vostra esistenza.
Noi abbiamo fede, ma è probabilmente diretta a qualcosa per la quale non è intesa. Le qualità elevate come l’amore, la devozione, la compassione, la fede, la sincerità, l’onestà, devono essere canalizzate verso un obiettivo adeguato. Se avete fede, potete andare molto lontano nella vita. Un altro punto molto importante sulla fede è che se l’avete, allora nulla è impossibile. Sapete la storia di Pietro e Cristo. Quando Cristo gli ha detto di camminare sull’acqua, Pietro ha cominciato a camminare, e appena ebbe dei dubbi, cominciò ad affondare; finchè la sua fede era forte, riusciva a camminare sull’acqua. La fede può spostare le montagne, vi può curare dalla malattia più mortale.
Swami Satyananda diceva sempre che è Dio a curare, il medico prende solo i soldi. Vengo da uno stato molto piccolo dell’India, Jharkhand, da un villaggio molto piccolo chiamato Rikhia, è lo stato più povero e più arretrato dell’India. Quando sono arrivata lì, vent’anni fa, non c’erano strade, non c’era elettricità, non c’era niente. Quel villaggio è vicino ad una cittadina chiamata Deoghar e Deoghar significa la casa di Dio, la casa dell’illuminazione. Lì c’è uno shivalingam molto famoso, conosciuto come jyotirlinga. Vi sono molti shivalingam ma di jyotirlinga ve ne sono solo dodici in tutta l’India. Questi jyotirlinga sono considerati molto sacri. E lo jyotirlinga si manifesta da solo, nessuno è andato a metterlo lì, si sono manifestati da soli. Lo shivalingam di Deoghar è molto, molto antico. Nel mese di luglio, a cominciare con la luna piena di luglio, per un mese, centinaia di migliaia di pellegrini vanno lì, portando l’acqua del gange per versarla sullo shivalingam. In quel periodo, nella città di Deoghar è tutto chiuso, i negozi, tutto, non potete fare niente perché la città è inondata dalle persone. E portano quest’acqua da una distanza di centoventi chilometri. Viaggiano a piedi, scalzi, senza mai poggiare l’acqua a terra e quando arrivano al tempio, devono aspettare ventiquattro ore prima di poter entrare a versare l’acqua sullo jyotirlinga. Vi sono delle code lunghissime, devono aspettare per dodici, quattordici ore, solo per entrare. E non sono degli yogi, sono persone comuni, anche anziane o malate. Vanno lì per chiedere di essere curati dalle loro malattie, vanno per chiedere una benedizione per un figlio, per un matrimonio, per un lavoro, per una casa, per qualsiasi cosa; e la ricevono, altrimenti non ci tornerebbero continuamente. Il numero di persone che va tutti gli anni è indicativo del fatto che le persone ricevono ciò che chiedono. La loro preghiera riceve risposta immediatamente. E’ un centro molto, molto potente.
Dunque, la persona va lì, chiede qualcosa, offre le sue preghiere, e la sua preghiera viene ascoltata. Nella vita comune, se volete qualcosa da vostra madre, padre, moglie, potreste non riceverla. Mentre lì, stai chiedendo qualcosa a qualcuno che neanche vedi. E quello che viene espresso è qualcosa che viene dalla profondità della mente. Ed è proprio dalla vostra fede che generate la possibilità di ottenere ciò che chiedete. Tutto accade dentro di voi. Se tutto avviene dentro di voi, e voi siete le persone che fanno tutto, allora perché non succede quando siete a casa? Perché dovreste viaggiare per migliaia di chilometri, camminarne centoventi scalzi, versare l’acqua? Anche a casa potete generare la medesima fede. Perché avete bisogno di una base, avete bisogno di dirigere la vostra fede da qualche parte. Avete bisogno di un ambiente, avete bisogno di un campo energetico che risponde alle vostre preghiere, a quella fede che state proiettando. Perché quelle pesone che hanno fede, operano in un’altra dimensione.
Conoscete la storia di Mirabai? Quando era piccola, un sannyasi che andò a casa sua le regalò una statuetta di Krishna; lei se ne innamorò, parlava con la statuetta e questa parlava con lei. Era una principessa di un regno molto grande. Quando si sposò con un uomo di un’altra famiglia reale, pensavano che fosse matta perché continuava a parlare con questa statuetta. Molte volte suo marito, che origliava fuori dalla sua porta, la sentiva parlare e chiedere quando sarebbe arrivato, quando l’avrebbe visto, quando sarebbero stati assieme; lui pensava che lei stesse parlando con l’amante. Ma lei era in un’altra dimensione, non sapeva cosa stesse facendo; per lei quella era realtà. Spesso, suo marito e sua suocera, tentarono di ucciderla, perché erano famiglie rispettabili e conservatrici, per loro era uno scandalo. Le diedero da bere del vino avvelenato, lei lo bevve e rimase intossicata, ma non morì. Provarono in molti modi, ma niente successe a Mirabai. Lei non è morta come moriamo noi, è entrata nel tempio e, di fronte alla statua di Krishna, si è trasformata in luce, il suo corpo si è dissolto. Certo, non possiamo essere come Mirabai, ma è sicuramente qualcosa da coltivare. Perché la fede dà sapore a questa vita, la rende dolce e molto gradevole. Quindi, la fede è qualcosa che tutti abbiamo, serve solo una base per farla uscire, e decisamente dovreste cercarne una. E con la fede si può andare molto in alto. Si può anche avere la visione di Dio. Se si ha fede, anche adesso, in questo momento, si può avere la visione.

Swamiji, come possiamo dare ai bambini un’educazione spirituale, senza scegliere una religione in particolare?
La religione è stata creata dall’uomo, lo spirito è universale. Per questo c’è una differenza, una distinzione fra la religione e la vita spirituale. Cristo non era un cristiano. Buddha non era un buddista e non ha creato il buddismo. Quello venne molto tempo dopo di lui, dai suoi discepoli che crearono quella religione, il buddismo. Queste religioni arrivarono dopo, sono creazioni dell’uomo, la vita spirituale è differente. Lo spirito è universale. Lo spirito non è né maschile o femminile, né cristiano o musulmano, né americano, indiano o cinese. Lo spirito è lo spirito. E quello è il seme universale con il quale siete arrivati in questo mondo; l’avete portato con voi. E’ molto importante familiarizzare con questo perché è la vostra fonte, il vostro seme.
Quando un bambino nasce è spirituale, è vicino a Dio, i bambini sono divini. E’ solo quando si cresce che si coltivano qualità che ci allontanano dallo spirito. Diventiamo intelligenti, astuti, disonesti, secondo come siamo esposti all’ambiente; e continuiamo ad allontanarci sempre di più dallo spirito. E’ importante che i genitori creino un ambiente spirituale, così che i figli possano coltivare la spiritualità anche vivendo nel mondo e soddisfando le esigenze della vita. Per questo penso che essere esposti allo yoga sia una buona cosa. I bambini dovrebbero essere esposti ad asana e pranayama, fin da piccoli; all’età di sette anni, dovrebbero essere esposti alle pratiche di surya namaskara, nadi shodhana pranayama e gayatri mantra. Questo darà al bambino una forte base; un buon corpo ed una buona mente, buoni valori, per poter affrontare qualsiasi difficoltà nella vita. E’ così che dovete educare un bambino sin da piccolo, perché il bambino è come una tela bianca sulla quale potete dipingere qualsiasi cosa.
Ad alcuni bambini forse non piacerà, ma il vostro dovere è di esporli allo yoga, dovete esporre i vostri figli a qualsiasi tipo di vita e lasciar loro scegliere il proprio destino. Il bambino farà le sue scelte, non avete nessun ruolo in questo. Una volta c’era un padre, che voleva sapere cosa il figlio sarebbe diventato da grande, quindi mise in una stanza una banconota da un dollaro, una bibbia ed una mela, poi mandò il figlio nella stanza, chiuse la porta e guardò attraverso il buco della serratura. Il bambino prese la banconota da un dollaro e se la mise in tasca, si sedette sulla bibbia e cominciò a mangiare la mela. Il padre disse “sarà un politico”. Il dovere di un genitore è di dare al figlio ogni tipo di esposizione. Non dovete forzarlo ad andare in chiesa, a pregare, a fare yoga, esponetelo. E lui farà la scelta giusta, secondo il suo destino, perché ogni bambino viene al mondo con un destino; ha i propri karma e si comporterà in conformità ai suoi karma, non potete cambiarlo. Se sono un medico, voglio che mio figlio sia medico o se volevo essere un architetto e non sono riuscito, allora voglio che mio figlio diventi un architetto. Non c’è bisogno di pensare così. Ai bambini bisogna dare la libertà, devono essere in grado di pensare da soli e devono essere resi indipendenti, forti e capaci, devono essere esposti a qualsiasi cosa. Anche se vogliono andare in discoteca, in giro, lasciateli andare. Io credo nella forza dello spirito umano, credo nel potere dello spirito; decisamente, prima o poi, quell’individuo si accorgerà della realtà della vita. Lasciate quel bambino al suo destino.
Swami Satsangi, per favore ci parli di Swami Niranjan, cosa fa adesso e quali sono i suoi piani per il futuro.
Ieri avete ricevuto un libro dopo la havan, “Moving on”. Ed è esattamente quello che sta facendo. Ed è così che funziona la vita, si deve andare avanti; niente è statico nella vita, tutto cambia. Un fiume fluisce continuamente, costantemente, non si ferma mai, neanche per un secondo. E questo è quello che ci viene insegnato nel sannyasa dal nostro guru – fluisci – sempre, e porta la conoscenza in luoghi nuovi, posti nuovi, non stagnare mai in un posto, in una situazione. A volte ci viene dato un compito ma, quella non è una situazione permanente.
Questo si è visto nella vita di Paramahamsaji; avete visto come la sua vita progrediva, andando avanti e avanti. Non ha ristagnato come fondatore della Bihar School of Yoga, è andato avanti. Lo stesso con Swami Niranjan, non ristagnerà come il Presidente della Bihar School of Yoga o il capo di un’istituzione. Deve assumere anche altri ruoli. E questi ruoli sono un progredire, non un regredire. Si chiama evoluzione. Un momento si è bambini, poi si diventa ragazzi, poi adulti, poi mariti, poi padri, poi nonni, e poi un giorno, Hari Om Tat Sat. Si chiama evoluzione. Ora il ruolo di Swami Niranjan, non è più quello di amministratore, come in passato, ora il suo ruolo è più spirituale, dove può guidare le persone, può aiutare le persone, il massimo numero di persone. Perché quando guidava le istituzioni e viaggiava, aveva pochissimo tempo.
Era difficile solo poterlo incontrare. E se volete aiutare le persone, allora dovete essere in grado di incontrarle ed ascoltare i loro problemi. Dunque, nell’anno 2009, Paramahamsaji ha fatto questo cambiamento e gli ha detto che ora deve smettere di viaggiare; nella vita di un sannyasi quello è lo stadio di parivrajaka, dove un sannyasi si deve muovere continuamente, deve viaggiare e viaggiare. E ora, è entrato nello stadio successivo di sannyasa, dove rimane in un posto e sviluppa e coltiva le sue capacità spirituali.
Al momento vive sia a Munger che a Rikhia; e Paramahamsaji prese questa decisione l’anno scorso nel mese di maggio. E fu una grande sorpresa per tutti quanti ma, dopo il Mahasamadhi di Paramahamsaji in dicembre, guardando indietro, si può capire che Paramahamsaji aveva un progetto in mente; e lui è un maestro nel pianificare, tutto quello che pianifica, non è mai sbagliato; qualunque cosa lui faccia, ha un tocco divino, il tocco della volontà divina. In tutta la sua vita non ha mai fatto niente per un desiderio personale, ha sempre eseguito ciò che gli veniva chiesto di fare. E Swami Niranjanananda, come successore di Paramahamsaji, deve rientrare in quel piano divino, perché non era un suo desiderio, è stato diretto a fare questo. E dietro questo c’è uno scopo. Ed ora, se volete, potete andare a Munger o a Rikhia per vederlo, e per ricevere le sue benedizioni. Il libro “moving on”, che avete ricevuto ieri ed è stato scritto da me, spiega pienamente il ruolo di Swami Niranjan e riporta tutta la sua vita. Perché lui non ha altra vita che per il suo guru, è nato per il suo guru. Quindi, qualsiasi cosa accada nella sua vita, dobbiamo prenderla come parte del progetto divino. E tutti beneficeremo di questo.

Swami Satsangi, ha parlato del risveglio della kundalini come il potenziale della supermente che avviene attraverso anahata, ma ha anche parlato di due intelligenze superiori che sono nel nostro spazio del cuore; sono la stessa esperienza o una di queste porta all’altra che è oltre i guna?
La kundalini della quale ho parlato, è il simbolo della Parashakti, l’energia suprema. Vi sono due principi nel tantra, uno è la coscienza suprema ed il secondo è l’energia suprema. E, secondo il tantra, sono entrambe manifeste e presenti nel corpo umano. La kundalini, in questo caso, si chiama Pranashakti, l’energia suprema. Ed è situata in muladhara chakra. La mente è una diretta evoluzione di pranashakti. Ed è pranashakti che poi si manifesta nei cinque prana: apana, prana, samana, udana, vyana, che controllano tutto il corpo. Ed è sempre pranashakti che si manifesta ulteriormente nei cinque tattwa, che costituiscono il corpo. Quindi, anche se avete la manifestazione grossolana dell’energia suprema nel corpo nella forma di terra, acqua, fuoco, aria ed etere, i tattwa, questa energia suprema è presente nel corpo anche nella sua forma originaria e risiede in muladhara.
E, allo stesso modo, la coscienza suprema è presente nel corpo come Jivatma, la coscienza individuale, perché abbiamo sia la coscienza suprema, sia quella individuale; quindi, questa coscienza, che è parte della coscienza suprema, che si trova nel corpo, risiede nello spazio del cuore. La potete chiamare con qualsiasi nome, sto usando le parole coscienza ed energia ma, la potete chiamare il sé, atma, la potete chiamare come volete, utilizzo dei termini che sono usati oggi, coscienza ed energia.
Quindi, ci sono la coscienza cosmica e l’energia cosmica e ci sono la coscienza individuale e l’energia individuale. Ed è così che siete connessi al cosmo. Ora, quando c’è il risveglio della kundalini, l’energia manifesta nel corpo, c’è il risveglio di una mente più elevata che è la mente umana. Al momento operiamo con una mente che è governata dall’istinto, quella ereditata dall’incarnazione animale. La mente umana è destinata a fare esperienza della divinità. Il risveglio della kundalini è il vostro destino. Questa vita è una scuola e, nascendo come esseri umani, vi siete già iscritti; quanto tempo rimanete nella stessa classe, dipende da voi.
uando la kundalini si risveglia, comincia a funzionare la mente superiore, che è piena di qualità divine. L’ascesa della kundalini, avviene attraverso la struttura dei chakra e della colonna vertebrale. E inizia a salire da muladhara, a swadhisthana, a manipura, ad anahata, e lì, per la prima volta, si unisce con la coscienza suprema dalla quale fu separata per il proposito della creazione. Sapete com’è quando due innamorati che sono stati separati per un lungo periodo si ricongiungono; questa è la voglia di spiritualità con la quale viviamo la nostra vita. Perché c’è stata questa separazione, viviamo con questo desiderio di riunirci. Quindi, quando si sveglia la kundalini, si veglia la mente superiore, viaggia verso l’alto, si unisce con la coscienza suprema e da lì, insieme, viaggiano fino a sahasrara, dove ha luogo l’unione finale. Diciamo che si incontrano in anahata, dopo una lunga separazione e si uniscono in sahasrara. Così è stato descritto nel tantra, in modo molto artistico e poetico. Hanno personificato questi termini astratti, così da poterci identificare con questa esperienza.
Dunque, nell’esperienza spirituale, vi sono tre punti: il risveglio in muladhara, l’incontro di due forze molto importanti in anahata, e poi, c’è l’unione in sahasrara; ed è di questo che ho parlato. Nella meditazione che vi ho dato su anahata con Shiva e Shakti, loro si erano incontrati dopo molto tempo e parlavano seduti sulla sponda del lago di anahata. Allo stesso tempo, hanno sempre vissuto lì, assieme, perché nel tantra c’è anche il concetto che, anche se si sono separati per la creazione, sono stati sempre uniti; sapete quella sloka che recitiamo sempre “om purnamadah purnamidam”: anche se c’è una separazione, c’è sempre un unione. Quindi, nel tantra, quando descrivono anahata, ci sono sempre Shiva e Shakti, e parlano sempre di cose trascendentali, e se vi capita di raggiungere quel centro con la consapevolezza, allora riceverete la conoscenza perché sarete in grado di sentire i loro discorsi. E’ così che i rishi, i muni, i santi e i siddha hanno ricevuto la conoscenza trascendentale, perché hanno trasceso il corpo, i sensi, la mente, l’intelletto, l’ego e sono stati in grado di raggiungere quell’area. Hanno imparato i mantra, lo yoga e tutte le cose che vi connettono con lo spirito. Perché nel tantra Shiva è il guru originale, l’Adiguru; tutta la conoscenza è emanata da Shiva e Shakti ne è il mezzo. E’ lei che pone le domande e lui risponde. Vi sono anche degli altri tantra, dove Shiva pone le domande e Shakti risponde. Perché sono uguali ed opposti. E lo fanno per il beneficio dell’umanità, non è che Shiva non conosce le risposte o Shakti non le conosce, ma parlano con la speranza che qualcuno li ascolti. E se uno li sente, può riferire a qualcun altro.
Non è uno scherzo. E’ così che la conoscenza viaggia; il primo giorno vi ho detto che la conoscenza si acquisisce attraverso la trasmissione, e dovete prepararvi per ricevere quella trasmissione, dovete migliorare la vostra ricettività, dovete sintonizzare il vostro strumento. Spero che questo seminario vi dia degli strumenti, dei metodi con i quali poter cominciare questo cammino.

Vorrei ringraziare Swami Anandananda, Swami Shaktidhara e tutte le persone che hanno aiutato a realizzare questo meraviglioso seminario. Sono stata profondamente toccata dall’amore e devozione che tutti voi provate per Paramahamsaji.
Posso vederlo nei vostri occhi, nei vostri sorrisi; è molto toccante e molto travolgente. Il primo giorno, Swami Anandananda ha detto che Rikhia è venuta qui, e che Paramahamsaji è venuto qui; penso che aveva ragione. Questo è stato il sentimento per tutta la durata del seminario.
Perché l’unità, l’amore, la devozione, le sensazioni di cui tutti abbiamo goduto qui, sono state la grazia di Paramahamsaji. Ed ora andate a casa con le sue benedizioni e, l’unico modo per esprimere la vostra gratitudine e poterlo ripagare, è quello di praticare lo yoga.
Quindi vi saluto,
Namo Narayana.