L’ Ispirazione di Swami Satyananda nella Nostra Vita

Swami Uttarkashi Saraswati e Swami Anusandhana Saraswati

Swami Uttarkashi Saraswati 1

Swami Uttarkashi Saraswati e Swami Anusandhana Saraswati

L’arrivo del guru nella propria vita può essere come un mulinello, un tornado o un terremoto, e così fu il nostro incontro con Sri Swamiji nel lontano 1981. Erano vari anni che sentivamo il bisogno di un guru e attendevamo con ansia di incontrarlo. Poi all’improvviso, quasi dal nulla, Swami Anandananda ci telefonò da Torino per dirci che presto Swami Satyananda sarebbe arrivato a Roma per alcuni giorni. Questa fu la prima indicazione di ciò che sarebbe stato un così repentino e fulmineo cambiamento nella nostra vita, anche perché in quel momento nessuno di noi due aveva i mezzi per recarsi a Roma. Ma, anche se, in quel momento, non sembrava la cosa più sensata da fare dicemmo: “Cosa importa?” e partimmo alla volta di Roma. Però l’insita saggezza di quella partenza aveva le radici in un qualcosa di più interiore ed intuitivo e per noi l’attrattiva di andare ad incontrare uno swami, un vero guru, un paramahamsa di tale levatura spirituale funse da calamita. Da quel momento in poi molte cose che potevano sembrare impossibili diventarono possibili.
L’incontro con Swami Satyananda rovesciò completamente le nostre vite – le iniziazioni che ha dato, le precise istruzioni che ha impartito e il solo fatto di incontrarlo e di guardare nei suoi brillanti e vivacissimi occhi, dette una nuova scintilla di energia, un nuovo significato ad ogni azione, un nuovo approccio verso il modo di relazionarsi al viaggio della vita, alla sua evoluzione e al suo obbiettivo. E fu amore a prima vista!
Di ritorno a casa i ritmi delle nostre giornate cambiarono radicalmente dall’essere semplicemente un gruppo di famiglia – madre, padre, figli, ecc. – al diventare un attivo centro di yoga con persone di ogni ambito della vita che venivano e andavano. Apparvero semplicemente dal nulla per imparare gli insegnamenti di Sri Swamiji e per impadronirsi delle tecniche che danno la pace interiore, la consapevolezza e l’esperienza di qualcosa che ognuno ha dentro di sè ma che rimane irraggiungibile senza la chiave che può essere data soltanto da una persona come Sri Swamiji. E un altro bellissimo aspetto era che nulla di tutto questo ci tagliava fuori dalla vita di tutti i giorni ma includeva anche l’intera famiglia, tutti i membri della quale, prima o dopo, cominciarono a praticare il Satyananda Yoga, per poi diventare tutti discepoli prima di Swami Satyananda e poi di Swami Niranjan. In effetti sono quattro le generazioni della nostra famiglia che hanno ricevuto iniziazione da loro.
La nostra casa divenne un ashram formatosi intorno al gruppo di famiglia, cosa verso la quale Paramahamsaji ha sempre mostrato la sua approvazione. I corsi di yoga riempivano le giornate e, di sabato, iniziarono anche gli incontri settimanali per il canto di mantra e di kirtan (all’epoca in Italia rappresentava una novità). Tutto questo fu coronato da due visite di Paramahamsaji presso il nostro ashram di famiglia a Firenze: una volta nel 1982 quando fondò personalmente il Satyananda Ashram di Firenze e poi con un seminario nel 1983. Una grandissima benedizione per tutti i presenti!
Nel corso degli anni, man mano che si approfondiva la connessione con Sri Swamiji, tutto questo si sviluppava. La sua presenza può essere percepita in ogni decisione presa sia riguardo alle vicende di famiglia sia riguardo agli altri aspetti della vita. Egli è stato spiritualmente presente durante i momenti più felici come durante le malattie più gravi e le difficoltà. Il sankalpa di seguire ogni sua indicazione verso la consapevolezza spirituale e quella di insegnare lo yoga e di servire gli altri forma ancora, oggi più che mai, il nucleo delle nostre vite. Come ha affermato Swami Sivananda, Swami Satyananda è un grande esempio di una persona che possiede la “qualità di Nachiketa” – quella di continuare a lavorare nella direzione dell’obbiettivo spirituale nonostante i problemi e le distrazioni della vita e di non abbandonare mai la pratica spirituale e l’aspirazione più elevata, neppure durante i momenti più difficili, e di comprendere il significato di ogni singolo evento ed azione ed il profondo significato spirituale della vita dell’uomo sulla terra e il suo rapporto con l’universo e con Dio. In questo egli è stato la più grande ispirazione delle nostre vite e, come una volta ci ebbe a dire: “E importante vivere con semplicità e mantenere il pensiero elevato”. Che possiamo pregare di non dimenticare mai il profondo rapporto e la connessione con un così amato guru!

Swami Uttarkashi Saraswati, Swami Anusandhana Saraswati