Il mio primo incontro con Paramahamsaji fu in un sogno…
Era a casa mia e gli stavo offrendo un tè, ma lui mi disse: “Oh no! Preferisco una birra!” Rimasi molto stupita!
Era il 1982. Dopo qualche mese lo incontrai a Cesana Torinese, ai Monti della Luna. Era lì, per un seminario.
Allora capii il signficato del mio sogno: che avrei potuto conoscerlo, avrei potuto parlargli e che lui mi avrebbe accettato come sua discepola, anche se ero una ragazza normale!
I suoi occhi erano profondi e potenti…La sua energia era immensa. Lo incontrai personalmente, mi diede il mantra e il simbolo psichico. E li scrisse su un foglietto, che ho sempre con me, nella mia borsa.
Dopo qualche anno, sentii la forte presenza di Paramahamsaji. Mi apparve molte volte in giardino e mi diceva: “Vieni, vieni, vieni in India! Vieni…” Stavo vivendo un’esperienza molto forte, non potevo crederci!
Quindi, nell’ottobre 1986, mi decisi e andai all’Ashram a Munger. In quell’occasione lo incontrai varie volte, ed in uno dei nostri incontri personali, gli chiesi come potevo superare le mie emozioni…mi rispose così: “E’ bene che tu abbia queste emozioni, se non ne fai esperienza, come fai ad aiutare gli altri?!”
La sua risposta aprì un nuovo mondo di fronte a me.
Mi iniziò a Sannyasa e ricordo quel momento molto chiaramente. Il tono della sua voce era severo e cordiale.
“Qual è il tuo nome spirituale, Jnanavilasananda?” Paramahamsaji disse.
“Non ho un nome spirituale” risposi. E così scrisse il mio nome: Jnanavilasananda. Poi, continuò:” Devi insegnare Yoga! Ufficio, traduzioni, aiuta gli altri e lavora duro!”.
Ogni momento trascorso con Paramahamsaji era magnifico e riempiva il mio cuore di amore e saggezza.
Lo ricordo piacevolmente quando viveva nel Kutir a Munger, aveva l’abitudine di distribuire dolci e canditi di zenzero, si sedeva davanti alla porta e ci chiamava per offrirceli. Lo ricordo quando cantava al mattino presto…
E un’altra immagine appare nei miei ricordi. Eravamo a Rikhia, quando, nei primi tempi, viveva lì con alcuni Swami. Paramahamsaji era seduto di fronte al fuoco, erano le cinque e trenta del mattino e si intravedevano i colori dell’alba…..il fumo lo avvolgeva…la sua immagine e i colori erano come in un sogno…si poteva percepire la sua grande energia.
Qualche giorno prima del Maha Samadhi di Paramahamsaji, stavo facendo lezione di yoga e improvvisamente sentii la sua presenza che mi diceva: “Io vado via, vado via.” “Dove?” chiesi, ed egli rispose: “Vado via, vado via…”
Lo ringrazio per tutto quello che mi ha insegnato attraverso lo Yoga e per avermi trasmesso quella forza per vivere con pienezza ed integrità. Grazie, Paramahamsaji!
