Negli anni ’70 ero proprietaria di quello che oggi si chiamerebbe un Centro Benessere.
Durante l’estate avevo frequentato in un Club Vacanze, un corso di yoga tenuto da una insegnante francese che aveva sposato un indiano. Così conobbi le prime asana, il surya namaskara, e notai subito dei miglioramenti nel mio stato psicofisico.
Tornata a Venezia, nella palestra del mio istituto, nei normali corsi di ginnastica cominciai ad inserire qualche asana e tutti ne furono entusiasti. Sentivo il bisogno di seguire corsi qualificati, lo yoga delle vacanze non mi bastava più e quando, nel 1983 in un Centro del Lido di Venezia, si tenne il primo corso della R.Y.E. italiana (Ricerca sullo Yoga nell’Educazione), lo frequentai, conobbi Swami Anandananda che era uno degli insegnanti, per suo tramite conobbi il metodo Satyananda, lessi il primo ed allora unico libro “La saggezza dello yoga” e mi si aprì un mondo.
Nel 1984 l’entusiasmo contagioso e la devozione di Swami Anandananda riuscirono a portare a Mestre Paramahamsa Satyananda per una conferenza al Palazzetto dello Sport. Questo ampio spazio era gremito da centinaia di persone curiose e felici, venute solo attraverso il passaparola. Tutti volevano conoscere questo grande Maestro, uno dei primi, venuto in Italia dall’India, venuto per noi, per parlarci, per aprirci le porte di un mondo per noi quasi sconosciuto.
Ed ecco Paramahamsaji, col suo incedere tranquillo, sereno, sorridente, ma maestoso ed autorevole allo stesso tempo. Quando cominciò a parlare, l’atmosfera si riempì di un’energia particolare, tutti pendevano dalle sue labbra, e quando, con squisita delicatezza verso le persone di un paese cattolico, citò la frase del Vangelo “Chi vede voi vede me, chi vede me vede il padre.” e spiegò con parole semplici, ma sapienti e profonde lo splendido concetto della Comunione divina, dell’immanenza, del Dio in noi, mi si aprì il cuore! Dunque lo yoga non era solo per il corpo e per la mente, era anche per l’anima, era un disciplina perfetta e completa e io, finalmente, dopo tanto cercare e soffrire, avevo trovato il mio Maestro! Mi sembrava che parlasse solo per me, che avesse intuito quello di cui avevo bisogno: una luce e un sostegno che aspettavo da anni, che non mi è più mancato, che mi ha aiutato a ritrovare me stessa, a superare tante difficoltà, a dare un senso alla mia vita, che mi ha fatto scoprire un posto incantevole nelle colline venete, a realizzare Satyam Tapovan, dedicare a Lui la casa e tutte le attività creative che qui si svolgono.
Ogni respiro qui è dedicato a Lui, al Guerriero della Luce, all’amato Guru di tanti; anche ora, più di prima, sempre.
