Per me è molto difficile parlare di questo aspetto della mia vita e ho pensato di cercare di raccontare della prima volta che sono stata a Munger o, meglio, del primo satsang a cui ho assistito a Munger. Dico “cercare” di raccontare perché in effetti non è facile rendere alcune sensazioni o emozioni.
Era l’anno dell’ultima maha yajna legata al sankalpa formulato da Paramahamsaji e avevamo trascorso un periodo molto intenso a Rikhia. Terminata la yajna siamo stati per circa una settimana a Munger, e lì c’è stata data la possibilità di riposare un po’.
Il giorno dopo l’arrivo, subito dopo colazione, abbiamo avuto la notizia che avremmo avuto un satsang con Swamiji nel giardino, davanti ad una piccola tenda che era stata eretta.
Ricordo che io e il mio gruppo siamo arrivati abbastanza presto, ma lui era già lì, seduto davanti alla tenda, con un’espressione direi raggiante. Di rado l’ho rivisto con quell’espressione. Dava proprio l’impressione che ci stesse aspettando, uno per uno.
Quando mi sono seduta a terra, nel posto che assegnatomi, ho avuto una sensazione molto intensa, di gioia profonda. Da una parte, mi sembrava di avere già vissuto quella scena tante altre volte, dall’altra di avere realizzato una delle cose che ero stata mandata a fare nella vita. Proprio come se, in quel preciso momento, tutto fosse come doveva essere, e io ero lì a completare il quadro. Come se finalmente fossi arrivata a casa, e avessi trovato il mio posto.
