Omaggio a Swami Niranjan

Sannyasin Trigunananda

Sannyasin Triguanananda 1

Sannyasin Trigunananda

Tra tutti gli incontri che ho avuto la fortuna d’avere con Swami Niranjanananda quello che più mi è rimasto nel cuore è quello svoltosi, in occasione dell’International Satyananda Yoga Festival, al Lido di Venezia nel Maggio del 2006. Non si trattò di un incontro facile. Anzi, per la verità, non mi fu concesso di rimanere neanche un minuto a tu per tu con il mio Maestro.
Avevo infatti ricevuto, come seva, l’incarico di occuparmi della regia di quell’evento: c’era da tener sotto controllo, per ognuna di quelle tre giornate, dalla mattina alla sera, senza un attimo di pausa, una serie infinita di cose, dalla disposizione dei fiori sul palco al coordinamento dei tecnici del suono, dei tecnici delle luci, degli attrezzisti del teatro in cui il convegno aveva luogo.
I partecipanti al Festival erano oltre ottocento. Non passava minuto senza che sorgesse un problema nuovo da fronteggiare. Eppure le consegne erano chiare: tutto doveva funzionare in modo impeccabile. Oltre la grande responsabilità e la tensione, ciò che mi pesava davvero era il fatto di non riuscire a seguire i discorsi di Swami Niranjanananda. Il tema di quei tre giorni di convegno era di grande interesse: “Vivere Lo yoga”.
Il desiderio di seguire il filo dei suoi discorsi era tanto grande quanto il fastidio per essere continuamente distratto. Non appena la mia mente riusciva, anche solo per un attimo, a sintonizzarsi con il flusso delle sue parole, ecco subito saltar fuori qualcuno o qualcosa a rompere quella sintonia. A poco valevano i richiami alla pazienza che rivolgevo a me stesso: ero esasperato. Quando tutto fu finito rimase in me come un senso di rammarico per aver perduto una grande occasione.
Il rimpianto per gli insegnamenti perduti prevaleva su ogni altro sentimento. Ero in errore. La notte dell’ultimo giorno, quando finalmente riuscii a prender sonno, feci un sogno sconvolgente, che oltre a scuotermi profondamente ribaltò radicalmente l’errata prospettiva in cui la mia mente era caduta. Al risveglio si presentarono in bell’ordine alla mia coscienza tutti i discorsi di Swamiji, limpidi e chiari in ogni minimo passaggio. Non una sola sua parola sembrava essere andata perduta.
Mi fu evidente quanto sbagliata fosse stata l’ansia d’apprendere, quanto erronea la paura che andasse perso ciò che volevo trattenere ad ogni costo. In sogno non avrei potuto avere dono più bello, insegnamento più profondo.

Sannyasin Trigunananda