Yoga nel Sociale

Satyananda Yoga per la Salute Mentale

Satyananda Yoga per la Salute Mentale

L’esperienza del Centro Yoga Satyananda di Torino

Da circa 10 anni, il Centro Yoga Satyananda di Torino propone un corso trimestrale (10-12 lezioni) rivolto alle persone in cura per malattie psichiche e loro familiari, svolto in collaborazione con Di.A.Psi. un’Associazione del territorio che offre ai malati e alle loro famiglie varie forme di supporto.

L’esperienza è stata realizzata negli anni con il contributo di varie persone che ruotano attorno al Centro: per tutti è stato e continua ad essere un’esperienza di grande arricchimento interiore, un profondo lavoro di compassione, gioia e amore. Un’occasione che interroga sull’insegnamento delle pratiche di yoga e che consente di osservare quanto la cura delle modalità di interazione possa fare la differenza nella vita di noi tutti. Il contatto con le persone portatrici di una sofferenza di tipo psichico, infatti, da un lato impone attenzioni e cautele, ma dall’altro restituisce una dimensione di umanità della pratica che raramente abbiamo provato in altri contesti. Il corso ha offerto in questi anni un’occasione per accogliere queste persone nella loro complessità, al di là dell’etichetta della malattia, offrendo loro uno spazio di pratica che si rivolgesse a loro come Persone, dotate di corpo fisico, mentale, pranico, finalmente tenuti insieme.

La composizione dei gruppi (circa 10-15 persone) è spesso eterogenea: la quasi totalità dei partecipanti è seguita dai servizi di salute mentale, con vari livelli di sofferenza e di patologia, sia sul versante depressivo che su quello psicotico e questo impone sensibilità e cautela nella scelta delle pratiche da proporre. Ciò che accomuna solitamente queste persone è una grande rigidità fisica, effetto collaterale dei farmaci assunti, ma anche dello scarso contatto con il corpo fisico: queste persone sono abituate a percepire il corpo come poco funzionante e collaborativo (specialmente le persone ansiose e depresse) o a non ascoltarlo affatto, perché totalmente assorbiti dalla propria attività mentale.

La fase dell’accoglienza è parte integrante del lavoro yogico e un atteggiamento cordiale, gioioso e attento dei bisogni del singolo è di grande beneficio, anche nella gestione della classe. L’insegnante ricorre ad un tono gentile e lieve per aiutare le persone a fidarsi e a sperimentare quello che viene proposto. Il linguaggio è semplice e la pratica viene guidata attraverso una dimostrazione “a specchio”. È importante che l’insegnante esegua tutta la serie degli esercizi insieme con gli allievi in modo che loro possano, attraverso il continuo contatto visivo, riprodurre il movimento e il ritmo.

Durante la lezione si presta molta attenzione affinché ogni partecipante possa sentirsi a proprio agio. L’insegnate è quindi attento a proporre pratiche adatte alle capacità individuali, cogliendo eventuali rigidità e proponendo modi alternativi, più semplici, di condurre la pratica, affinché la persona possa sentirsi accolta e rilassare le tensioni. Piuttosto che creare tensione in alcuni individui è preferibile selezionare pratiche più semplici accessibili a tutti. Il clima di gruppo che si crea è di piena accettazione di ogni partecipante, le cui caratteristiche individuali non inficiano la possibilità di praticare yoga.

La lezione ha durata di un’ora, ed è strutturata attraverso una sequenza che viene ripetuta con piccole varianti lezione dopo lezione. La ripetizione delle stesse pratiche, che abitualmente viene vissuta come fonte di limitazione e noia, è invece considerata rassicurante e quindi funzionale al rilassamento.

Durante il corso vengono introdotte gradualmente alcune pratiche della Serie 1, 2 e 3 dei Pawanmuktasana e una serie di asana che con semplicità favoriscono la consapevolezza e lo scioglimento della colonna vertebrale. Rispettando una sequenza che prevede la flessione in avanti, l’estensione indietro e la torsione della colonna vertebrale, a seconda delle energie che il gruppo va via via esprimendo, si lavora su bisogni specifici di apertura verso l’esterno o di maggiore raccoglimento e capacità di stare con se stessi.

Molta cura va prestata nello spostamento dalla posizione seduta a quella eretta, e viceversa. Il passaggio viene dunque guidato dall’insegnante, con una precisa sequenza per favorire stabilità ed equilibrio.

Dopo le asana, prima della chiusura della lezione, si dedica qualche minuto alle tecniche di respirazione e si termina sempre con una pratica distensiva, che deve essere condotta per un tempo breve, per evitare che diventi troppo impegnativa e introspettiva.

L’esperienza di questi anni ci ha insegnato che persone il cui aspetto trasmette rigidità, movimenti stereotipati e forti difficoltà relazionali possono trovare nello yoga uno spazio di accettazione e riscoperta del proprio corpo fisico. Se normalmente colui o colei che soffre di un disagio psichico è concentrato sulla sua attività mentale, la pratica yogica offre una riscoperta della dimensione fisica che sottolinea la vitalità del corpo, e allontana il pensiero dagli aspetti sintomatici. Al termine di ogni edizione i partecipanti hanno affermato che, durante il periodo del corso, si sentivano meglio: più rilassati, e in alcuni casi hanno anche evidenziato un miglioramento del tono dell’umore. Il cambiamento osservabile in ogni singolo partecipante nel corso di poche lezioni, unito all’impegno e alla costanza con cui queste persone hanno frequentato il corso e ai feedback forniti, ci ha motivato a continuare anno dopo anno questo lavoro con grande entusiasmo e convinzione.